Che occorra puntare sui First-Party Data come asset fondamentale per la sopravvivenza di un’azienda è ormai cosa nota. Cosa voglia dire nel concreto, purtroppo, molto spesso non è chiaro alle aziende e le strategie sono confuse. Qui proviamo a spiegare come la cura del contenuto digitale sia uno degli strumenti che possono arricchire le informazioni sui tuoi utenti di Prima Parte.

Innanzitutto, Cosa sono i First-Party Data?

I dati di prima parte (First-Party Data) sono tutte le informazioni in possesso dell’azienda sui suoi utenti, digitali o non. Sono tutto ciò che conosci degli utenti che navigano sul tuo sito, autenticati o anonimi, i lettori della tua newsletter, i contatti del tuo CRM, quelli che hanno scaricato la tua App. In altre parole, sono tutti coloro che hanno in qualche modo accesso alle tue properties digitali.

Perché vale la pena spenderci tempo (…e risorse)?

Finora i First-Party Data sono stati arricchiti tracciando la navigazione degli utenti su una grande molteplicità di siti, soprattutto grazie ai Third-Party Cookies. Dal 2024 questo non sarà più possibile, i siti totalmente tracciabili saranno solo quelli di proprietà dell’azienda e le possibilità di raccogliere informazioni sui First-Party data sarà fortemente limitata, mettendo a rischio la possibilità di fare pubblicità profilata online.

Come arricchire dunque i propri First-Party Data?

Ci sono vari modi di farlo. Uno, il più immediato, è quello di prendersi cura dei propri contenuti. Può sembrare poco, invece non lo è. I profili degli utenti che attraversano un contenuto sono arricchiti dalla classificazione del contenuto stesso. In altre parole, quando un utente legge un contenuto su un certo argomento, ad esempio sul tennis, il suo profilo verrà arricchito con l’informazione che il tennis è un argomento di suo interesse. Più la classificazione di un contenuto è corretta e fedele a ciò che viene raccontato all’interno, SEO compresa, più sarà veritiera la classificazione dell’utente. In questo modo i propri utenti verranno arricchiti.

Qual è un metodo per classificare correttamente un contenuto?

Quando si usa una piattaforma di Audience Management come exaudi, è importate ricordare alcune cose. Un contenuto che esplicita bene il suo significato semantico porta con sé una classificazione ottimale degli utenti che lo visitano, perché utilizza la semantica per arricchire le informazioni degli utenti tramite la piattaforma. Partire perciò da una buona Content Semantic Optimization è fondamentale, perché gli utenti che fruiscono quel contenuto saranno classificati correttamente. Altra cosa importante è verificare la classificazione che la piattaforma estrae dai contenuti stessi: exaudi, ad esempio, si serve di avanzati motori di Natural Language Processing, Intelligenza Artificiale e Machine Learning, oltre a motori semantici proprietari, per identificare quei contenuti che non esprimono chiaramente ciò che vogliono comunicare e permette quindi di ottimizzarli.

 

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Emanuele Mambelli

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