Se ne parla da mesi e -quasi- tutte le aziende ormai hanno adottato le misure predisposte. Da gennaio 2022 infatti, sono entrate in vigore le nuove linee guida indicate dal garante per la privacy.
In sostanza si tratta di un’ulteriore attenzione alla tutela dell’utente digitale che da ora può facilmente esprimere la scelta del diniego, ovvero la decisione di non essere profilato dalle piattaforme tecnologiche che gestiscono i dati dei siti web, delle app, ecc…
Cosa succede alle campagne pubblicitarie?
Le campagne Adv targettizzate, sia video sia display, potranno essere visualizzate soltanto dagli utenti che avranno dato il consenso alla profilazione. Le campagne di pubblicità contestuale, invece, (contextual targeting e contextual advertising) di fatto non subiranno restrizioni, essendo basate sul contesto all’interno del quale appaiono e non sugli utenti che le visualizzano.
Nuovi strumenti e modalità per l’adv
Ciascuna azienda ha una base di utenti di prima parte, registrati e conosciuti. Questi continueranno a vedere tutti i messaggi pubblicitari a loro indirizzati in modalità sicura, ad esempio attraverso la Clean Room o attraverso il retargeting.
Gli utenti non registrati, che presteranno il consenso alla profilazione, avranno accesso a pubblicità generalista, basata sul loro comportamento (behavioural targeting).
Infine, un utente che non presta il proprio consenso, avrà garantito l’anonimato della propria navigazione, ma potrà comunque visualizzare messaggi pubblicitari contestuali, ovvero erogati in base al contenuto della pagina visitata (contextual advertising).
“Certamente si può continuare a fare pubblicità online, soltanto bisognerà attrezzarsi con strumenti diversi. Diamoci il tempo di capire come andrà e di verificare gli strumenti che funzionano meglio per consentire all’utente la riservatezza sulle proprie informazioni e al contempo garantire alle aziende il ROI derivante dalla pubblicità”
Salvo Nicotra, CTO di Neodata Group.